Lavrov contro la Cancel Culture e le sanzioni occidentali

Di Luciano Lago
L’Occidente sta cercando di ricostruire il mondo unipolare e “cancella” tutto ciò che è russo, ma alla fine la Russia si rafforzerà e non dipenderà mai più da partner stranieri. Lo ha annunciato mercoledì il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.
Intervenuto all’MGIMO (Istituto Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali) il capo del Ministero ha messo in guardia sulle conseguenze di un possibile invio di forze di pace della NATO in Ucraina e ha osservato che i negoziati tra Mosca e Kiev procedono con difficoltà, ma gli accordi dovranno essere “in cemento armato”.
TASS ha sintetizzato i punti principali del discorso di Lavrov:
Sulla situazione in Ucraina
“I negoziati [di Mosca con Kiev] sono iniziati, stanno procedendo con difficoltà, perché la parte ucraina (…) cambia continuamente la sua posizione, respinge le proprie proposte”.
“È difficile liberarsi dall’impressione che loro [i rappresentanti dell’Ucraina] siano tenuti per mano dai loro colleghi americani, per i quali, se leggiamo i politologi, nostri e occidentali, semplicemente, non è vantaggioso che questo processo [di negoziati] finisca rapidamente (…) A quanto pare, vogliono tenerci il più a lungo possibile in condizioni di combattimento”.
“Ritardare [i negoziati], ha lo scopo di drammatizzare la situazione, consentendo a Zelensky in maglietta color cachi di parlare davanti ai parlamenti mondiali e dopo ciascuna di queste performance “in lacrime”, sulle emozioni, richiedere nuovamente l’intervento della NATO”.
L’invio di forze di pace della NATO in Ucraina, che alcuni Paesi stanno valutando, porterà alle conseguenze più gravi: «Sarà lo scontro più diretto tra le Forze Armate Russe e la NATO, che tutti non solo volevano evitare, ma hanno detto che in linea di principio non dovrebbe realizzarsi».
Allo stesso tempo, Mosca si sta battendo per accordi veramente rigidi con Kiev, «le cose che il presidente [della Federazione Russa Vladimir Putin] ha detto dovrebbero essere fissate in “cemento armato” e garantite in tal modo che nessuno nemmeno provi a violarne gli obblighi».
Sull’Occidente e sul mondo unipolare
“Quello che sta accadendo ora nel mondo, ovviamente, non riguarda solo e non tanto l’Ucraina, ma i tentativi di formare un nuovo ordine”.
Non c’è dubbio che l’Occidente stia cercando di contenere qualsiasi concorrente, e il suo obiettivo “non è altro che la completa rinascita del mondo unipolare”. In particolare, le sanzioni contro Mosca vengono introdotte per “cercare di rimuovere, come sperano, l’ostacolo rappresentato dalla Russia” su questo cammino.
L’Alleanza del Nord Atlantico è sempre stata un obbediente strumento di Washington, ma ora l’Unione Europea, che si batteva per l’“autonomia strategica”, “nelle questioni concettuali” (…) si è completamente fusa con la NATO e, quindi, con gli Stati Uniti”.
Washington per i propri scopi preme anche sull’ONU: “Non è degno di una grande potenza usare metodi da “sotto la cintura”. Io so, al cento per cento, che molto spesso costringono il rappresentante permanente di uno o dell’altro paese all’ONU di votare nel modo in cui gli americani vogliono, tramite l’avvertimento, che questa persona ha un conto in una banca americana, che i suoi figli studino in un’università americana. Ricorrono ad ogni mezzo”.
Sulla “cultura della cancellazione”
L’Occidente “cancella” tutto ciò che lo smaschera, compresi gli eventi che hanno preceduto il referendum in Crimea: “Quando abbiamo parlato con i nostri colleghi occidentali e li abbiamo rimproverati d’aver permesso un sanguinoso colpo di stato [in Ucraina] contrario a tutti i valori europei, loro dicono: “Voi avete annesso la Crimea”. Cioè, tutto ciò che c’è stato prima del referendum, lo “cancellano”, loro hanno una tale cultura”.
E ora l’Occidente fa il conto alla rovescia della crisi dall’inizio dell’operazione russa in Ucraina, dimenticandosi dei tentativi di Mosca di accordarsi sulle garanzie di sicurezza e dei piani aggressivi di Kiev nel Donbass: «Ma nessuno se lo ricorda più, ecco dicono – il 24 febbraio la Russia ha invaso. Questo è il gioco di parole per cui l’Occidente è famoso, applica questa maniera, la cultura di tagliare i periodi storici scomodi e persino la storia più recente».
Una pratica analoga è stata utilizzata in Ucraina per trasformarla in “anti-Russia”: «Ora c’è un termine così alla moda: cultura della cancellazione, “cancel culture”. Quindi, tutto ciò che è successo – è cultura della cancellazione della storia comune, come parte di un contenimento aggressivo della Russia».
Sul progetto “anti-Russia”
L’Ucraina è entrata a far parte della politica di contenimento di Mosca, così come affermato anche da Zbigniew Brzezinski: con Kiev ostile la Russia “non sarebbe più una grande potenza, ma medio – regionale”: «E affinché questa Ucraina diventasse un efficace strumento di contenimento, doveva diventare “anti-Russia”, come formulato di recente dal nostro presidente».
«Questa mentalità –costruire costantemente delle “anti-Russia” – si è formata per molti, molti anni». Inoltre, per tutto questo tempo, il neonazismo è stato piantato in Ucraina e “l’Occidente civilizzato, semplicemente, lo ha osservato silenziosamente e persino incoraggiato, attivamente incoraggiato».
Sebbene negli anni ‘90 i Paesi occidentali parlassero di “casa comune europea, uno spazio unico fino agli Urali e a Vladivostok”, parallelamente si formò una politica che “avrebbe dovuto strappare il più possibile l’Ucraina dalla Russia”. All’inizio degli anni 2000, rappresentanti ufficiali dell’UE affermarono che gli ucraini erano obbligati a scegliere “con chi stare, o con l’Europa, o con la Russia”: «Ecco come veniva posta la domanda. Già allora era “o – o».
Sulle azioni contro la Russia
La portata delle azioni dell’Occidente contro la Russia è sbalorditiva: “Quando le riserve della Banca Centrale [furono congelate], nessuno avrebbe potuto immaginare che tipo di sanzioni l’Occidente avrebbe potuto applicare. Questo è solo un furto”.
Gli Stati Uniti e l’Europa lanciano ultimatum cercando di attirare dalla loro parte gli alleati dei russi: «Nello stesso tempo, loro [gli Stati Uniti] non s’imbarazzano a dire: “Abbiamo richiesto alla Cina, abbiamo richiesto all’India, abbiamo richiesto alla Turchia”. Possibile non si rendano conto che così umiliano queste potenze dalla storia millenaria, grandi civiltà? Ma queste sono le maniere, volevo dire da “cowboy”, ma ci rinuncio. In generale, la corsa all’oro continua».
Ora non solo l’Ucraina viene utilizzata per offendere, umiliare e distruggere il più possibile tutto ciò che è russo, ma il mondo intero ha già ricevuto il comando “fas” (comando che si da al cane per addestrarlo N.d.R.). E non è chiaro come l’Occidente sarà in grado di “ripulirsi” davanti alla storia per le azioni contro la Russia: è “il verdetto della civiltà occidentale”.
Sul futuro della Russia
“Dobbiamo fare in modo che mai più (…) dovremo trovarci in condizioni quando mancano alcuni componenti (…) quando portano via gli aerei (…)”.
I Paesi europei hanno mostrato la loro inaffidabilità come partner, in futuro, proposte di cooperazione, Mosca le valuterà “da una posizione qualitativamente diversa”: “Se l’Europa tornerà in sé, non sbatteremo la porta. Ma con la comprensione di quanto ho già detto, noi non diventeremo dipendenti da nessuno.
La Russia si rafforzerà, anche con l’aiuto dell’EAEU (Unione Economica Eurasiatica), SCO (L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai), BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e di altri meccanismi per proteggersi il più possibile “da un attacco così furioso” sui suoi interessi.
“Abbiamo la salute, abbiamo l’esperienza, lo spirito e la volontà di proteggere ciò che ora stiamo difendendo e di garantire in modo affidabile la sicurezza della Federazione Russa e, in larga misura, forse ancora più importante, una vita dignitosa per coloro che vogliono vivere in Ucraina, ma che si considerano rappresentanti della cultura russa in tutte le sue manifestazioni, come è sempre stato nei vicini paesi slavi”.
Fonte: Idee&Azione
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