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Il transumanesimo è nazicomunismo

Di Lorenzo Marinoni

Il Covid avrebbe dovuto essere la tempesta perfetta per l’instaurazione del Regime globalista. Un problema globale non avrebbe potuto che richiedere una “soluzione” globale. Il caos pandemico sarebbe stato ricomposto dall’ultima variante del solito “ordine” massonico.

Non era del resto la prima volta che le élites globaliste mettevano in campo lo schema operativo argutamente descritto da David Icke in tempi non sospetti, attraverso il quale blindare la realizzazione del loro “Nuovo Ordine Mondiale” grazie al suggello del consenso popolare. La sequenza è composta da tre fasi, che Icke chiama problema-reazione-soluzione. Posto un obiettivo finale – che deve rimanere occulto, perlomeno ai più – viene creato artificialmente un problema la cui soluzione converga per vie secondarie e pretestuose con l’obiettivo stesso.

L’efficacia del metodo – che sembra ispirato direttamente dallo spirito di Himmler – dipende in primo luogo dal monopolio dei Media, grazie ai quali si costruisce un nesso tra problema e soluzione che rimarrebbe evanescente se non fosse ripetuto in modo ossessivo fino a renderlo ragionevole. La soluzione così confezionata non è nient’altro che la porta del recinto in cui si vuole rinchiudere il gregge.

Affinché l’operazione psicologica vada in porto è decisivo in secondo luogo riuscire a smuovere la reazione emotiva più ancestrale, che è quella della paura. Scatenata questa, diventa molto semplice condurre il soggetto impaurito a compiere concatenazioni di pensieri che risulterebbero improponibili al vaglio di un giudizio lucido e spassionato.

Esempio: se il Covid (problema) è presentato come un morbo incurabile (paura), che può perciò essere solo prevenuto e come unica forma di prevenzione si parla dei cosiddetti vaccini (soluzione), in molti correranno a farsi iniettare un preparato la cui funzione precipua non viene dichiarata e facilmente non ha nulla a che vedere con l’immunizzazione dal Covid (obiettivo finale occulto).

Al contempo la propaganda globalista doveva colpire tutti coloro che non erano caduti nel tranello. Dopo aver sospeso ogni diritto civile senza colpo ferire grazie al pretesto pandemico, le élites globaliste impartirono al Mainstream una specifica linea editoriale. Bisognava profondere copiose energie nel rievocare le atrocità avvenute nel cuore dell’Europa 80 anni fa, con l’unico obiettivo di accostare in modo tendenzioso al Nazifascismo qualunque forma di critica o di opposizione al pensiero unico globalista.

A meno che non si sia completamente ottusi, si può oggi vedere ex post e in tutta chiarezza come questa scelta sia stata un clamoroso autogol, calciato nel goffo tentativo di descrivere come novelli partigiani i battaglioni neonazisti ucraini.

Un tale paradosso storico e ideologico dovrebbe saltare agli occhi in modo particolare proprio qui in Italia, dove la lotta partigiana contro il Nazifascismo è ancora viva nell’immaginario collettivo. Non voglio qui soffermarmi sui brividi che mi salgono lungo la schiena quando realizzo che esistono nipoti di partigiani completamente all’oscuro di questo “piccolo particolare” e alcuni di loro anzi avvallano con piglio quasi fanatico la dissonante narrativa globalista.

D’altronde di questi tempi non c’è limite alla vergogna: cosa del resto inevitabile da parte di chi non sa neppure cosa sia. Cos’è ad esempio la candidatura al Nobel per la Pace di Zelensky se non uno scherzo di un tale cattivo gusto da superare addirittura la farsesca assegnazione del medesimo premio al guerrafondaio Obama?

Forse era solo una peculiarità dei bambini italiani della mia generazione giocare a indovinare quale fosse il colmo per il praticante di ogni professione. Sta di fatto che l’attualità descritta dal Mainstream assomiglia molto ad un catalogo di colmi, con la tragica differenza che qui non si vuole far ridere, bensì spacciare sfacciatamente la prostituta Babilonia (la miseria morale che permea il Regime globalista) per la Gerusalemme Celeste (l’Occidente liberal-democratico, proposto come il migliore dei mondi possibili).

Ma torniamo ad inizio “pandemia” (che virgoletto, avendola dichiarata tale un’organizzazione niente affatto indipendente come l’OMS).

Chiunque sia dotato di un pur minimo senso di umanità non potrebbe che condannare tutto ciò che va sotto il nome di Nazifascismo. Ed è proprio quello che serviva alla propaganda globalista per ridestare nella brava gente i sentimenti di sdegno e ripulsa verso gli artefici di tali aberrazioni.

Una volta provocata la prevedibile e scontata reazione di rifiuto di fronte a tali spettri, la propaganda globalista ha traferito surrettiziamente tale indignazione sugli avversari di quel pensiero unico di cui la stessa propaganda è latrice.

La riuscita della vile operazione mistificatoria – che può commettere solo chi è tanto indifferente al dramma ebraico da ritenere lecito strumentalizzarlo per i propri sordidi fini – è stata affidata ad un giornalismo becero, il quale ha saputo sciorinare un crescendo di similitudini semplicistiche, approssimative, aleatorie, pretestuose e – in una parola – infondate tra fatti e personaggi di ieri e di oggi.

Tutto ciò al netto delle operazioni di falsa bandiera, come l’assidua partecipazione di Forza Nuova a qualsiasi manifestazione antigovernativa, ivi comprese quelle organizzate dal “popolo delle mamme”. Cosa c’è di più infame che insinuare la presenza di un demone neonazista e violento nell’anima di una madre che vuole proteggere il proprio figlio da sieri genici sperimentali? Eh, ma era insieme a quelli là!…

Il pensiero unico globalista decise di ribattezzare i dissidenti con un appellativo che fosse perfettamente funzionale a scandalizzare i più, di norma avvezzi ad un pensiero rudimentale di tipo associativo.

L’opera di fabbricazione del nemico verso cui convogliare ogni possibile astio personale fu portata a compimento etichettando come simpatizzante nazifascista chiunque si opponesse alla narrativa invalsa, soprattutto qualora costui avesse avuto l’ardire di metterne in discussione o addirittura smascherarne le premesse, i metodi e le finalità.

Non contenti dell’effetto denigratorio prodotto dall’operazione neurolinguistica, ai divulgatori mediatici fu ordinato di usare a piene mani il termine “negazionista”. L’obiettivo era duplice: da un lato rincarare la dose di biasimo ribadendo la natura razzista/antisemita tipica dei neonazisti e dall’altro associare ai portatori di un pensiero critico una connotazione etimologicamente negativa (ripresa più tardi in modo ancor più esplicito con l’etichetta “no vax”).

La propaganda poteva così dipingere ogni ribelle ai diktat illiberali del Regime globalista come un tale che dice no come fosse per puro capriccio, conseguentemente contrapponibile a chi invece doveva risultare propositivo per il solo fatto di aver ceduto senza fiatare.

Non è neppure un caso che i propugnatori del Globalismo accampino volentieri i loro natali ebraici o le loro discendenze semitiche ogniqualvolta si sentano sotto accusa. Si tratta di un espediente difensivo ampiamente collaudato proprio in quegli ambienti che hanno orchestrato sia la narrativa pandemica che quella russofoba.

In tempi più recenti la neolingua progressista ha sviluppato un debole anche per il termine “sovranismo”, in sostituzione del più classico e pericolosamente catalizzatore di consensi “nazionalismo”. È dalla fine della seconda guerra mondiale che la millantata egemonia culturale della sinistra non può fare a meno di affibbiare ai dissenzienti lo stigma di reazionari, monarchici, miopi, rozzi e perciò individui privi di cultura.

Se poi qualcuno dovesse manifestare un’adesione totale o parziale ad idee tradizionalmente “di destra”, non potrebbe in nessun modo evitare di essere inserito nel novero degli estremisti. Per converso i Media corrotti presentano sempre e immancabilmente la simpatia per idee “di sinistra” come una patente di equilibrio e di integrità, senza nemmeno l’onere di esibire in tal senso prova alcuna. Che bella cosa il doppio standard! Che strana cosa dirsi a favore delle devianze e al tempo stesso atteggiarsi a pacato padre di famiglia!

Oltre che per fini diffamatori verso i dissidenti, evocare i fantasmi del 900 è servito alla propaganda globalista per distogliere l’attenzione delle masse dalle peculiarità dei sintomi presenti, i quali denunciano tendenze verso aberrazioni se possibile anche peggiori di quelle naziste, oggi coltivate in modo sempre più esplicito e sfrontato proprio dalle élites mondialiste.

Ogni propaganda sa che la maggior parte delle persone si appaga di semplificazioni concettuali preconfezionate, dal sapore calcistico, in modo da non doversi affaticare nello smantellamento dei propri pregiudizi a favore di un pensiero critico, necessariamente articolantesi nella complessità.

Ridurre le ragioni della guerra in Ucraina al tema infantile che vorrebbe squalificare con un punteggio di cattiveria chi l’ha cominciata per primo è un classico esempio di come un approccio al problema volutamente naïf risulti a tal punto fuorviante da tarpare sul nascere ogni seria riflessione pensante.

La propaganda globalista è divenuta in poco tempo talmente sfrontata da costringere chi voglia ottenere una visione coerente e veritiera dei fatti a ribaltare di 180 gradi ogni sua affermazione. Quando le mezze verità lasciano spazio alle più crasse menzogne, significa peraltro che il loro smascheramento è più semplice e sempre più vicino il naufragio di chi vi si arrocca. Quando le menzogne sono troppe e madornali, viene pure a galla la coerenza malefica del mentitore.

L’ideologia globalista, che si spaccia come democratica e antirazzista (o come piace dire ai suoi adepti “inclusiva”), punta sulla tecnologia come vi punta il Regime Comunista Cinese: non per alleggerire il lavoro, ma per controllare e tracciare gli individui alla stregua di capi di bestiame, con un cartellino numerico punzonato in un orecchio.

Il transumanesimo – che è l’esito inevitabile del pensiero materialistico – propugna un ideale distorto e disumano di uguaglianza: quella robotica tra uomini-macchina, senza pensiero e senza sentimenti.

Ebbene, cos’è questa se non l’esatta metamorfosi, tecnologicamente potenziata e calata nei nostri tempi, dei disastri sociali prodotti dai regimi totalitari del 900 e soprattutto la ripetizione su scala globale e secondo programmazione intenzionale dello stato anaffettivo che precipitò il popolo tedesco nella follia nazista?

Il depistaggio può solo irretire chi non sa distinguere l’essenziale dall’accidentale e si aspetta di vedere all’opera, nella medesima forma, i vecchi progetti nazisti volti a selezionare una razza eletta per affinità di sangue. Magari bastasse la scomparsa dei campi di concentramento, delle divise a righe e delle guardie che urlano Schnell per essere sicuri del definitivo tramonto nazifascista! Magari bastasse l’effetto catartico dell’ennesimo film sulla Shoah!

L’eugenetica odierna intende criptare la continuità con il suo spirito originario nazista grazie all’inversione del suo scopo: essa non mira più, almeno in prima battuta, a stabilire e stabilizzare la purezza di una razza sovrumana, bensì a consolidare la formazione di una sottorazza subumana composta da esseri disanimati che eseguano istruzioni secondo automatico consenso.

La convinzione che sottoporsi ad una sequenza indefinita di richiami “vaccinali” equivalga a godere dei vantaggi offerti dall’ultimo aggiornamento informatico di uno smartphone, descrive il successo del condizionamento transumanista: coltivare la forma mentis più propizia affinché venga accettata come approdo naturale l’incorporazione sempre più invasiva di gadget tecnologici. Viene poi da sé che la vera e nuova razza eletta sarà composta proprio dalle élites transumaniste, le quali avranno il privilegio di farsi impiantare in esclusiva gli ultimi ritrovati hardware, con i relativi upgrade software.

L’agghiacciante novità dei nostri giorni è quindi il matrimonio inedito del modello bolscevico volto alla meccanizzazione della società con quella che in senso robotico-meccanicistico rappresenta l’evoluzione dell’eugenetica nazista.

Il comunismo tecnologico dei crediti sociali già vigente in Cina vorrebbe essere (o avrebbe dovuto essere?) il laboratorio sperimentale e preparatorio della dittatura globale sognata da Hitler, oggi riproposta con nonchalance come Nuovo Ordine Mondiale.

Si potrebbe anche dire che se oggi gli estremi si toccano e l’ideologia radicale di sinistra portata alle sue estreme conseguenze cade nell’ideologia radicale di destra e viceversa (si veda a questo proposito la non casuale confluenza nello Stato Profondo americano della sinistra progressista con la destra neocon) non è solo per un travaso energetico tra Yin e Yang, ma perché il materialismo che le accomuna è caduto oltre sé stesso: inaugurando l’era del culto per la scienza materialistica (scientismo) e della conseguente tecnocrazia.

Anche a questo proposito la propaganda globalista stravolge completamente la realtà e chiama filantropi coloro che, presi dal delirio transumanista, odiano l’essere umano dotato di libero pensiero: che è l’esatto opposto di ciò che fa un filantropo.

Il copione è sempre lo stesso e descrive quel mondo ribaltato o all’incontrario architettato dalle mire perverse e tutt’altro che casuali di chi venera e asseconda nei loro vari irretimenti Entità spirituali ostili alla missione umana.

Se i globalisti non detestassero l’essenza spirituale umana al massimo grado, non cercherebbero di spacciare gli ideali massonici per cristianesimo (come sta avvenendo in modo indecente con il pontificato bergogliano), né si adoprerebbero per annichilire in ogni modo la libera creatività individuale.

Il sogno nel cassetto delle élites è quello di consolidare il potere della loro “razza eletta” grazie ai servigi di ingegneri cibernetici capaci al contempo di potenziare le prestazioni intellettive loro e di costringere tutti gli altri al loro servizio dopo averli declassati ad esecutori-androidi.

Vuoi vedere che questi benefattori/malfattori dell’Umanità sono proprio i lupi travestiti da agnelli di cui si parla in Apocalisse?

Siamo oggi di fronte a una categoria storica ancora sconosciuta: lo sposalizio demoniaco tra comunismo e nazismo vuole generare quella forma di Governo élitario e oligarchico, da sempre caro alla nobiltà nera, che oggi si traveste da democrazia salutista per approdare infine a quella dittatura tecnocratica o scientocrazia, non meglio definibile che come Nazicomunismo.

Fonte: ideeazione.com

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