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Il contesto geopolitico del conflitto in Ucraina

Mappa del Mar Nero (Diogo Homem, 1559)

Di Aleksandr Dugin

Ho iniziato a sviluppare la geopolitica 30 anni fa. Quando la Russia ha iniziato a sentirsi parte della Civiltà Globale, l’Occidente Globale, e tutti erano ottimisti nel diventare parte di questa Umanità: Teoria dei Diritti Civili, Teoria dei Diritti Umani, il Mondo Globale. Siamo entrati in questo processo abbiamo accettato l’identità occidentale, abbiamo abbandonato l’identità sovietica, abbiamo completamente dimenticato l’identità zarista pre-sovietica e abbiamo cercato di essere come tutti gli altri. E in quel momento non essendo troppo integrato in questo sistema sovietico, né in quello liberale, ho scoperto la geopolitica formulata da autori britannici come Halford Mackinder, che hanno cercato di spiegare il Grande Gioco tra Impero Britannico e Impero Russo in termini di Sea Power e Land Power.

Forse ai suoi tempi era solo una parte dell’agenda imperialista britannica, il loro modo di pensare il mondo, ma ai miei occhi quella era un’esplosione della vera e profonda verità eterna. Da allora in poi ho seguito Mackinder e ho scoperto che c’era il Movimento Eurasiatico negli anni ’20 in Occidente, in seno all’emigrazione Bianca, con posizioni simili. C’era anche la scuola tedesca di geopolitica. Quindi la geopolitica ai miei occhi è diventata lo strumento per decifrare il mondo. Allora eravamo all’inizio degli anni ’90. Da quel momento ho iniziato a sviluppare la Eurasian School of Geopolitics, la principale e unica scuola di geopolitica russa. Da questo punto di vista, basandomi sulla visione anglosassone britannica del mondo dove i principi fondamentali erano Sea Power contro Land Power, ho formulato una strategia simmetrica: Land Power contro Sea Power. Il Potere della Terra, l’Heartland, l’Eurasia in quella teoria era considerata il Soggetto, non l’Oggetto.

Cos’è il Sea Power secondo Mackinder? non è solo l’Occidente, è Modernità, è tecnologia sfrenata, è Capitalismo, è società di mercato; è Cartagine contro Roma o Atene contro Sparta o Venezia contro l’Impero Bizantino. Quindi quella era una Civiltà (Cartagine) basata sull’approccio materialista del mercato economico, e strategicamente sul dominio dei mari, sugli atteggiamenti coloniali nei confronti dell’altra Civiltà (Roma) con valori totalmente diversi. Nel Land Power la dignità, il potere militare, la tradizione, il conservatorismo, gli interessi nazionali, la famiglia, la religione (da un certo momento il cristianesimo) furono messi al centro della vita. La geopolitica riguarda quel binomio: la Modernità contro la Tradizione iscritta nello spazio. Quindi, dopo la scoperta della geopolitica, ho applicato questa metodologia alla Russia. Così sono giunto alla conclusione che la geopolitica spiega tutto ciò che abbiamo ora e tutto ciò che verrà. Quindi da quel momento applicando questo metodo all’analisi della Federazione Russa nella fase iniziale ho dedotto da questa applicazione che ci sarà la Grande Guerra dei Continenti, inevitabile confronto tra Sea Power e Land Power. Land Power rappresentato dalla Russia, dall’Heartland; Sea Power rappresentato dall’Occidente globalista moderno o liberale post-moderno.

Ciò andava radicalmente contro tutto ciò che pensava il governo russo negli anni ’90, ma sono stato ascoltato dai militari russi e dall’inizio degli anni ’90 ho iniziato a dare lezioni di geopolitica nell’Istituto dello Stato Maggiore Russo e per loro era assolutamente necessario poiché avevano perso la chiarezza su ciò che stava accadendo in termini ideologici e avevano un disperato bisogno di un’alternativa. Non riuscivano a capire perché la NATO si stesse avvicinando sempre di più ai nostri confini proprio mentre noi abbandonavamo la nostra ideologia comunista. Sinceramente non riuscivano a capire perché. Ma con l’introduzione della geopolitica nello Stato Maggiore tutto è stato teoricamente, almeno logicamente, inserito nel contesto. Quello fu l’inizio della segreta ascesa al potere di Putin. Putin ha cercato di ottenere la riaffermazione della sovranità del Land Power, dell’Heartland e dell’Eurasia in modo pacifico per 20 anni, a nessuno è importato. Disse che nessuno aveva ascoltato, ha cercato di inserirlo in alcuni passaggi geo-economici, ma nessuno aveva capito cosa stesse facendo.

Infine c’è solo una spiegazione di ciò che stava accadendo al Maidan in Ucraina e nello spazio post-sovietico in generale: il Sea Power ha preso slancio dalla caduta dell’Unione Sovietica – e ora ci stiamo avvicinando al discorso del nostro Presidente, ma contestualmente – il Sea Power ha preso lo slancio dalla caduta dell’Unione Sovietica per prendere i mari, per controllare lo spazio liberato. Non si tratta di ideologia, razza, etnia o religione, era solo quel gioco geopolitico, il Grande Gioco rinnovato ancora una volta. In quella situazione Putin quando salì al potere iniziò a invertire la caduta dell’Unione Sovietica. Chiaramente per lui si trattava della Catastrofe Geopolitica. “Geopolitica” – è la parola chiave: “Catastrofe Geopolitica” non ideologica né nazionale né ideologica né razziale o religiosa, Catastrofe Geopolitica. Questa catastrofe consisteva in un fatto bruto o rude: imporre il controllo del Sea Power sui territori intorno alla Russia che logicamente appartenevano al Land Power. Non c’è neutralità nella geopolitica e Putin ha iniziato a riprendere il controllo dello spazio post-sovietico seguendo la linea di Brzezinski.

Brzezinski aveva detto: la Russia non tornerà alla sovranità senza riacquistare l’influenza sullo spazio post-sovietico e prima di tutto sull’Ucraina. Quindi la battaglia per l’Ucraina si stava avvicinando sin dal momento dell’elezione di Putin a leader storico della Russia che cercava di difendere i nostri interessi geopolitici. Questa è una spiegazione di quello che sta succedendo, ma il Sea Power è andato avanti, hanno continuato a cercare di portarci via la parte dello spazio post-sovietico. E quando un leader neutrale o un leader filo-russo o meno anti-russo è stato necessario per l’ascesa al potere dell’Occidente – come Yanukovich per esempio – hanno iniziato a rovesciarlo e reprimerlo attraverso un’operazione di regime change, chiamato Maidan. Putin ha risposto al Maidan riacquistando la Crimea e parte dell’Ucraina orientale, ma non è bastato, quella era solo un’azione difensiva dell’Heartland contro il Sea Power, ma i confini erano così critici per la Russia, che la fase successiva del conflitto era assolutamente inevitabile per la logica geopolitica.

Traduzione di Alessandro Napoli

Fonte: geopolitica.ru

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